Forte dello Chaberton – La fortezza più alta d’Europa
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Online dal 25-09-2018
Breve descrizione itinerario
Una escursione impegnativa e tecnicamente esigente nel territorio di confine tra l’Italia e la Francia con lunghi tratti di bici a spinta per giungere ai 3.131 metri della sommità della Chaberton dove tra la fine dell’ottocento ed i primi del novecento fu costruita dall’Esercito Italiano la più alta batteria d’Europa: il Forte dello Chaberton. E’ bene precisare sin da subito che l’intero giro richiede alta preparazione fisica per le pendenze spesso proibitive (o quasi…) per la bici, adeguate capacità tecniche di percorrenza, in specie in discesa, su ambienti di alta montagna rocciosi o esposti e sopratutto una ferrea convinzione alla partenza che non si affronterà in mountain bike un normale itinerario pedalato in quanto ci si dovrà confrontare con lunghi tratti di bici a spinta/spalla su ripide mulattiere e strade militari il cui fondo cambia continuamente nel tempo in relazione a frane, nevicate, piogge, passaggi di bici, escursionisti e purtroppo anche mezzi motorizzati che pur se vietati non ne può essere escluso il passaggio in periodi di assente o ridotto flusso turistico. Dunque è bene che i tempi di percorrenza segnalati vengano presi indicativi e che le indicazioni sulla tipologia di fondo affrontato debbano sempre essere verificate prima di cimentarsi con l’itinerario, attraverso informazioni acquisibili in loco o disponibili in rete.
Con questa premessa, siete pronti a sfidare lo Chaberton?
Si ? bene….. non resta che continuare a leggere!
Il punto più comodo e funzionale per fissare la partenza è Cesana Torinese, quota 1.350 metri. Transitando per il centro dell’abitato la traccia gps va a prendere un sentiero nel bosco che, attraverso alcuni saliscendi (con qualche decina di metri a spinta ogni tanto) accompagnando a tratti il corso della Dora Riparia, si avvicina alla borgata Vernin di Fenils (4,7 km dalla partenza in poco più di 20 minuti) dove si intercetta l’antica strada militare di Val Morino, anche nota come militare dello Chaberton, costruita a partire dalla fine dell’800 per la fortificazione militare del monte a difesa della minaccia Francese quando allora la vetta era in territorio Italiano. La strada attraversa l’abitato (quota 1.300 ca) e su buon fondo in alternanza di varie pendenze sale con una serie di tornanti nel bosco transitando in prossimità di varie grange (Fontana, Le Nuove e Pra Claud) sino a giungere dopo 11,7 km circa alla Grange Quagliet (2.100 metri), dove in epoca storica era stato eretto un osservatorio militare. Fin qui la parte “tranquilla” dell’itinerario, classificabile come “escursione in MTB”; a seguire e fino in vetta, il tenore cambia decisamente assumendo per la maggior parte del tempo i contorni di una escursione con bici spesso al seguito…… Il fondo infatti diviene molto sassoso con una debole traccia a tratti sgombra dall’instabile pietrisco che costringe, quando possibile, ad estenuanti acrobazie con pendenze abbondantemente superiori al 15% per la maggior parte del tempo. Questo primo vero tratto impegnativo termina dopo circa 1,5 km attorno a poco più di quota 2.300 allorchè la militare, erosa dal trascorrere del tempo si riduce a poco più di un largo sentiero su pietra posto sul costone roccioso lungo il versante sud-occidentale di Punta Rochers Charniers e che attraversando la Roccia Tagliata (nome che deriva dal passaggio che taglia la roccia a seguito dell’apertura del varco con mine in sede di costruzione) conduce, con pendenze meno sostenute delle precedenti ma su fondo pur sempre difficoltoso, all’interno del pianoro dei Morti quota 2.380/2.400 (Clot des Morts – in memoria di una antica tragedia accaduta a militari francesi). Di fronte, in alto, racchiuso tra la piramide dello Chaberton e la Punta di Trois Sciés appare ora in lontananza il Colle dello Chaberton: raggiungerlo non sarà certamente agevole in quanto la militare oramai è mal ridotta ed appare quasi un letto di un torrente in secca ed il fondo molto scassato unitamente alle elevate pendenze consentono tentativi di pedalata (semmai ne venisse l’idea…) solo per brevissimi tratti. La ciclabilità migliora attorno a quota 2.650 dopo circa 1,5 km dal pianoro quando il sentiero diviene lineare e sgombro da pietre e quando sopratutto le pendenze ritornano finalmente a divenire ragionevoli: un paio di tornanti conducono così al Colle dello Chaberton, quota 2.690, dopo circa 3,5 ore dalla partenza e poco più di 15 km. La vetta ora è più vicina, mancando “solo” 400 metri di dislivello: se la convinzione non è venuta nel frattempo meno e le gambe assistono, dal Colle si prosegue in decisa salita lungo l’ampia mulattiera che risale il versante nord occidentale dello Chaberton con pendenze sempre sostenute e fondo che permane mediamente buono consentendo, in presenza di adeguate energie, di essere pedalato quasi completamente fino alla vetta; da segnalare che nella seconda parte della salita la traccia si restringe divenendo un largo sentiero a zig-zag esposto sul sottostante colle: in poco più di 1 ora e 2,6 km di grandi fatiche ad alta quota si giunge all’ambita “spianata” dello Chaberton dove fu eretto il Forte e dove si può ammirare un fantastico panorama a 360 gradi, meta pertanto da raggiungere in giornate dall’ottima visibilità considerato il significativo sforzo profuso. Con le dovute attenzioni legate alla presenza di fortificazioni ormai in rovina sia per i bombardamenti francesi del giugno 1940 sia per il trascorrere del tempo, è possibile compiere una visita attorno alle 8 torri sulle quali erano posizionati i cannoni, visitare l’interno di una di esse e tramite la strada di raccordo scendere al livello inferiore del forte dove erano collocate le camerate, le cucine ed il deposito munizioni collegato alle sommità delle sovrastanti torri per mezzo di ascensori interni.
Per la discesa si percorre senza particolari difficoltà (ma con la dovuta cautela del caso) la veloce traccia percorsa all’andata sino al Colle, dopodichè si scende a sinistra attraverso un sentiero che perde rapidamente quota nel vallone di Rio Secco tra instabili sfasciumi e grandi massi. Dopo circa 20 minuti praticamente non ciclabili salvo eccelse capacità di discesa e adeguato mezzo, si giunge in località Sette Fontane (2.270) per continuare poi in discesa su scassato sentiero nel Plateau des Baïsses fino a quota 2.080 allorchè in corrispondenza della palina segnaletica della Bergerie des Baìsses si attraversa il corso in secca del torrente e si intercetta con brevissimo tratto a mano un bel sentiero nel bosco, tecnico il giusto (solo un paio di brevissimi passaggi a mano) che conduce in 2,4 km di discesa continuata a Claviere. Si percorre ora la statale per poco più di 1 km deviando a destra (con breve tratto a mano per superare scalinata) nei pressi della chiesetta dove ha inizio il sentiero molto tecnico ed a tratti non ciclabile che scende nelle Gorge di S. Gervasio (ponte tibetano); al termine del passaggio nelle Gorge si intercetta l’asfalto proveniete da Claviere e si devia dopo alcune centinaia di metri a destra su una forestale che guadagnando circa una cinquantina di metri di dislivello conduce sopra Cesana. Da qui una veloce e divertente discesa su facile sentiero riporta in centro paese. Volendo si può evitare il tratto piuttosto ostico delle Gorge di S. Gervaso (ed anche – fino al Ponte Tibetano – affollato di escursionisti/turisti fino al primo pomeriggio) proseguendo su asfalto e seguendo la traccia riportata nel tour “Itinerario MTB Monti della Luna” (presente in questo sito), ricongiungendosi quindi più a valle con la presente traccia dove si potrà anche qui decidere se risalire sulla citata forestale per le ultime fatiche oppure proseguire tranquillamente in discesa su asfalto fino alla fine
nazione: Italia/Francia
zona: Val di Susa – area del Monginevro
provincia: To/Hautes Alpes
da: Cesana Torinese
a: Cesana Torinese
vista: lo scenario che si apre sulla sommità dello Chaberton è strepitoso offrendo un panorama a 360 gradi e che può essere pertanto descritto solo molto sommariamente. La vista spazia infatti sull’area del Monginevro e di Briançon, area dei Monti della Luna (Cesana Torinese/Claviere), Pic de Rochebrune (3.320), Massiccio degli Ecrins – Pelvoux (3.946), Barre des Ecrins (4.102), Gr. Ruine (3.765), Piz Gaspard (3.880) e La Meije (3.983) – area di Sestriere ed i rilievi della Val Chisone, alta Val di Susa e la catena dei rilievi su cui si snoda la Strada dell’Assietta a cavallo tra Val di Susa e Val Chisone, Massiccio della Vanoise (3.855) e molto altro ancora
ALTIMETRIA QUOTE E DISTANZA
dislivello totale salita: mt 2.100
quota massima: mt 3.131 (Chaberton)
quota minima: mt 1.265
km totali: 33,0
SENSO DI MARCIA
girare in senso antiorario
TEMPO DI PEDALATA
di puro movimento 6 ore e 10 minuti, incluso naturalmente il tempo di percorrenza a mano (il tempo segnalato pur se effettivo di chi scrive è da considerarsi puramente indicativo in quanto a differenza di altri itinerari presentati, i tempi di questo tour sono molto influenzati dalla preparazione fisica, dalle capacità personali di pedalare su fondi difficili, dalle abilità di discesa e dallo stato del fondo della militare di Val Morino che si modifica continuamente nel tempo e che senza adeguata manutenzione può solo peggiorare)
SINTESI VALUTAZIONI
panorami: 10/10
difficoltà salita: 10/10
difficoltà discesa: 8/10
impegno fisico: 10/10
NOTE GENERALI (ES. NON PEDALABILITA’, DIFFICOLTA’ PARTICOLARI, NOTE VARIE, ECC.)
pendenze: massima salita pedalabile 18-20% (le pendenze superiori affrontate difficilmente risultavano pedalabili per via del fondo), massima discesa 37% circa
tratto a mano: valgono le stesse considerazioni relative ai tempi di movimento, ovvero che i tempi con spinta del mezzo debbono essere considerati indicativi e probabilmente suscettibili di quasi certo rialzo. Chi scrive ha spinto la bici complessivamente per 1 ora e 50 minuti. Nel dettaglio 15 minuti tra la Grange Quagliet e poco prima della Roccia Tagliata; altri 30 minuti dal Pian dei Morti agli ultimi tornanti che precedono il Colle dello Chaberton e 35 minuti circa salendo al Forte con alternanza di tratti pedalati a tratti a spinta (con più energie – che purtroppo non c’erano più – si sarebbe potuto quasi azzerare i tempi di spinta in questa tratta). Per quanto riguarda invece il rientro a valle, occorre mettere in preventivo una ventina di minuti nel tratto complicato scendendo dal Colle di cui alle note descrittive sopra ed una decina di minuti quando si scende nelle Gorge di San Gervasio per passaggi troppo ripidi e/o tecnici. I 2-3 minuti a spinta della parte iniziale dopo Cesana (sentiero) risultano a questo punto molto irrilevanti nella complessità della cosa
salita: salita di eccezionale livello di difficoltà tecnico se la si vuol pedalare il più possibile in quanto in circa 13,3 km si sale di 1.880 metri su fondo molto difficile nel suo complesso. In particolare, dopo la frazione di Fenils la militare dello Chaberton diventa quasi subito sterrata in buone condizioni di percorrenza fino alla Grange Pra Claud con pendenze nell’intorno del 14%; fino alle grange Quagliet la strada è in condizioni accettabili, con muretti laterali ancora in essere, fondo discreto grazie ad buon drenaggio delle acque piovane e pendenze che risultano molto alternate tra il 10/11 ed il 17%. Oltre la grange Quagliet la strada è in condizioni purtroppo decisamente difficili con molte pietre e pietrisco e pendenze al limite per tali condizioni (tra il 14 ed il 18%); altro passaggio non agevole lungo il sentiero per la la Roccia Tagliata ma sostanzialmente pedalabile salvo qualche tratto mano dove il sentiero è franato, ma il tratto più complicato e lungo viene affrontato quando la militare, dopo aver superato il Pian dei Morti, è praticamente impercorribile per via di pendenze e detriti che ne hanno ridotto decisamente la larghezza coprendo i muretti laterali e solo nella parte finale prima del Colle è possibile risalire in sella con pendenze più “miti” (!) nell’ordine del 13-15%. Dal Colle dello Chaberton in poi è esclusivamente un discorso di allenamento, resistenza ed energie residue in quanto la traccia di risalita per via del discreto fondo ne permetterebbe tecnicamente la quasi completa ciclabilità (escursionisti permettendo) sebbene le pendenze si assestino con regolarità tra il 16 ed il 19%
discesa: il grado di difficoltà è da considerarsi piuttosto elevato in quanto si affrontano alcuni tratti su sentieri di alta montagna molto ripidi, con pietre, scalini e -nella parte all’interno del bosco- radici. La parte più facile è la discesa dalla cima dello Chaberton in quanto la traccia è relativamente larga e piuttosto scorrevole con fondo in buone condizioni; la parte più complicata la si affronta dal Colle dello Chaberton sino al Plateau des Baïsses con una prima sezione che può essere affrontata per la maggior parte in sella esclusivamente da chi è in possesso di un mezzo più che adeguato ed eccellenti doti di discesa su pietra e gradoni (di fatto quindi non pedalabile per gran parte del tempo per la stragrande maggioranza di chi scende in bici); poi dalla Bergerie des Baìsses il sentiero corre nel bosco con pendenze accettabili e passaggi a tratti tecnici ma non troppo impegnativi. Molto complicata la discesa nelle Gorge di San Gervasio (evitare dunque se non si è confidenti con la discesa potendo in questo caso usufruire dell’alternativa su asfalto). Infine da segnalare che il ritorno finale in fuoristrada a Cesana avviene su ampio sentiero prativo/boschivo veloce e semplice
% sterrato: 90%
ricordarsi: la zona è ad alta frequentazione di escursionisti, sopratutto nel tratto dal Colle dello Chaberton alla vetta e dal Colle alla Bergerie des Baìsses in quanto è la direttrice principale per salire a piedi allo Chaberton (da Claviere). Prestare dunque attenzione e le dovute precedenze
note: si ringrazia Gianni alias “Black Devil” per aver messo a disposizione la propria traccia percorsa un paio di anni prima e per aver organizzato la “Spedizione Chaberton” in MTB a cui hanno preso parte 12 persone.
ATTENZIONE, importantissima nota del luglio 2019: purtroppo causa maltempo del mese di luglio si è verificata una frana lungo il percorso ed un largo tratto della rotabile ha ceduto in località Rio dell’Inferno. L’antica strada dello Chaberton è interrotta sia per il passaggio dei mezzi che degli escursionisti. Si confida nell’amministrazione comunale e regionale affinchè possano restituire agli amanti della montagna questo importante pezzo di storia e l’accesso allo Chaberton tramite l’antica strada militare, nel più breve tempo possibile. Leggiamo infatti in rete dal sito locale della “AgendaNews” una notizia del 12.07.2019: “Un largo tratto della rotabile, in un punto il cui nome è già tutto un programma – Rio dell’Inferno – ha ceduto trascinando con sé il piano viabile per centinaia di metri, rendendo impossibile e pericoloso il transito anche ai pedoni. Subito è comparsa la classica e doverosa ordinanza emessa dal Comune di Cesana che vieta, per motivi di sicurezza, il transito sul tratto danneggiato.” Pertanto prima di intraprendere il tour, è d’obbligo informarsi in loco presso gli enti competenti ed ufficiali sull’eventuale riapertura e messa in sicurezza del tratto
Avvertenza: l’utilizzo della traccia è ad esclusivo proprio rischio e lo scarico è reso disponibile per finalità di mera informazione e statistica. Chi decide dunque di affrontare il percorso si assume tutte le responsabilità per rischi e pericoli a cui si può andare in corso, considerando altresì che la percorribilità e lo stato delle strade e dei sentieri muta nel corso del tempo e che non sussiste alcun obbligo di Itinerari-mtb.it a mantenere aggiornate le informazioni essendo un mero sito illustrativo degli itinerari storicamente percorsi dai componenti del Team. Itinerari-mtb.it declina pertanto ogni responsabilità per conseguenze legate all’uso della traccia o delle informazioni legate alle presente scheda di itinerario
Highlights del percorso gentilmente messi a disposizione dal Canale telematico di “Gianni – Black Devil Iorio”
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